Annachiara Melito

Annachiara Melito

Annachiara Melito

Anzi, vi dirò di più: siamo giunti ad un punto in cui crediamo che avere certe patologie sia normale. Questo, onestamente, mi terrorizza. Per cambiare atteggiamento, basta solo cominciare a mangiare quando a chiederlo è il vostro corpo.

Non è facile capire che il cibo è la chiave per ritrovare il benessere dell’organismo.
Siamo talmente abituati a mangiar male, di corsa e ad orari prestabiliti, che abbiamo perso totalmente il contatto con il nostro corpo e con quello di cui ha bisogno.
Non siamo in grado di ascoltarlo, di percepire le sue necessità… eppure lui cerca sempre di comunicare con noi in qualche modo, attraverso quei segnali che solitamente ignoriamo, quali la stanchezza, il mal di testa, il mal di stomaco, i bassi stati d’animo, per non parlare di patologie più importanti.

Ogni volta che non stiamo bene, quello è il nostro organismo che ci dice “ti prego, non darmi quella roba da mangiare, mi fa male!”. Bisogna imparare ad ascoltare, a dare al corpo ciò che serve nei momenti giusti, ed il benessere arriverà da sè.

Uno degli aspetti più importanti, secondo me è proprio imparare a mangiare solo e soltanto quando abbiamo fame, e non quando la società ci dice che dobbiamo farlo. Il pranzo, la cena e la colazione, sono tutte abitudini volte a rendere più semplice e regolare la vita quotidiana.
Ma a quale prezzo? Chiedo scusa, ma se il prezzo è la mia salute, io non ci sto.
Io sono fedele al mio corpo, lui sa cosa è meglio per me, perciò è a lui che devo il mio impegno e la mia dedizione. E da quando ho cominciato ad ascoltare i suoi orari, la mia vita è radicalmente cambiata e non ho più sofferto la fame.

Alla faccia di chi dice che mangiare tra un pasto e l’altro fa ingrassare… io oggi mangio molto più spesso di prima, e ho perso almeno due taglie, raggiungendo il mio peso forma! Ecco quanto è importante ascoltare il nostro corpo.

Il mio cambiamento è avvenuto su più fronti. La prima trasformazione è avvenuta in relazione alla “struttura” dei pasti. Io, come probabilmente la maggior parte delle persone, sono cresciuta con queste regole e ritmi fissati nella testa: la colazione è il pasto più importante della giornata; la pausa pranzo è tra le 13 e le 14; a fronte di un pranzo più consistente, a cena si mangia leggeri. Ho seguito queste regole alla perfezione per anni, e cosa ci ho guadagnato? Sovrappeso, stanchezza cronica, pesantezza, intestino pigro, gastrite… Siamo tutti talmente convinti di questi dogmi, che non prendiamo in considerazione che il nostro malessere possa dipendere da essi. Anzi, vi dirò di più: siamo giunti ad un punto in cui crediamo che avere certe patologie sia normale.

Questo, onestamente, mi terrorizza. Per cambiare atteggiamento, basta solo cominciare a mangiare quando a chiederlo è il vostro corpo, non vostra madre o il vostro datore di lavoro. La seconda trasformazione, direi quasi una diretta conseguenza della prima, è sempre avvenuta in relazione al cibo.

Una volta imparato ad ascoltare i segnali del mio corpo su quando mangiare, ascoltarlo sul cosa mangiare è stato automatico, ed è stato così che ho scoperto di avere problemi con il glutine e con il lattosio. Non nego che sia stato difficile rinunciare ad alcune cose all’inizio, ma sono bastati 30 giorni di prova per capire quanto ne valesse la pena. Solo ascoltando il mio corpo, avevo risolto problemi che i medici non avevano fatto altre che aggravare negli anni. Ho interrotto il consumo di alimenti di produzione industriale e di latticini, sostituendo questi prodotti con frutta e verdura.
Mi sentivo piena di energie, la mattina riuscivo a svegliarmi presto e a sentirmi riposata. Non avevo più problemi a stomaco e intestino, ed in poco tempo ho perso tutti quei chili che ormai mi ero rassegnata a portarmi dietro.

È stato un miracolo, ed è dipeso solo e soltanto da una mia scelta.
Ad oggi, quasi tre anni dopo aver intrapreso il mio cammino di trasformazione, sento di essere una persona diversa. Ce ne sono stati di ostacoli, dati anche dal vivere in un momento in cui prendere delle posizioni drastiche può essere visto in maniera negativa. Rinunciare ad alcune cene fuori con gli i, portarsi il pranzo a lavoro invece di mangiare cibo spazzatura con i colleghi, sono gesti e comportamenti che possono allontanare da alcune situazioni e generare solitudine. Per questo è stato molto difficile, in principio, dare costanza alla mia decisione. Ma sono andata avanti a lottare, perché si tratta della mia vita, del mio benessere, e questo è più importante di ogni altra cosa.

Abbracciando questa consapevolezza e questo stile di vita, ho perso qualcosa, è vero, ma ho anche conosciuto tantissime altre persone che hanno fatto il mio stesso percorso, tantissime anime affini, e ho perfino aiutato qualcuno a ritrovare il proprio benessere, accompagnandolo verso un nuovo percorso, dandogli consigli, aiutandolo ad imparare ad ascoltare il proprio corpo.
Queste sono emozioni che non cambierei per niente al mondo.

BROWNIES AL CIOCCOLATO

CON FRUTTA SECCA


Tempi di preparazione: 20’

Tempi di cottura: 30’

Difficoltà: FACILE

NO GLUTINE

Ingredienti per 4 persone:

100 g di cioccolato fondente senza zucchero, 3 uova biologiche, 2 cucchiai di burro chiarificato o di olio di cocco, 1 cucchiaio di latte di mandorla o di riso, 1 cucchiaio abbondante di miele, 50 g di mandorle sgusciate, 40 g di nocciole sgusciate, 40 g di noci sgusciate, 1 cucchiaio di farina di riso, 1 cucchiaino di buccia d’arancia grattugiata, 1 tazzina di caffè espresso, cannella in polvere.

Procedimento:

Riunire insieme le tre versione di frutta secca e tritarle grossolanamente,
a parte sciogliere a bagnomaria il cioccolato ridotto in piccoli pezzi con l’olio, la buccia di arancia e il caffè fino a formare una crema unica da intiepidire.
Mettere i tuorli delle uova in una ciotola e con una frusta montarli brevemente con il miele e un pizzico di cannella, aggiungere il cioccolato sciolto e dopo averlo amalgamato la farina, completare con la frutta secca tritata. Unire delicatamente gli albumi montati a neve, trasferire in una teglia rettangolare o quadrata in modo da lasciare uno spessore di circa 1 cm scarso, cuocere a 170 gradi per 25-30 minuti circa, raffreddare e tagliare in quadratoni.

IL CUOCO CONSIGLIA

La ricetta proposta aveva già un suo buon equilibrio. Abbiamo voluto mantenere l’abbondante presenza della frutta secca in tre varianti diverse, per riunire più contribuiti benefici possibili.

By | 2018-04-30T15:50:37+00:00 febbraio 5th, 2018|Dieta|0 Comments