Cibo e medicina. Come il consiglio supera la pubblicità

Cibo e medicina. Come il consiglio supera la pubblicità

Cibo e medicina. Come il consiglio supera la pubblicità

Ormai il principale criterio di scelta nel carrello è rappresentato dalla salute. Il cibo è considerato uno strumento di prevenzione e cura. Si ascoltano consigli di medici, naturopati e nutrizionisti, ritenuti più affidabili della pubblicità.

“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”: con queste parole circa 2.500 anni fa, Ippocrate, padre della medicina moderna, suggellava il rapporto indissolubile fra salute e alimentazione.

Oggi il benessere è certamente uno dei fattori che guidano il cambiamento degli stili di vita: la scelta del cibo da consumare tende a seguire una nuova gerarchia, che non guarda più esclusivamente al gusto o alla convenienza come avveniva in un recente passato. Secondo un’indagine Gfk, più di un italiano su due indica la salute ai primi tre posti fra i criteri che informano la scelta di acquisto di un alimento, prima del risparmio e delle proprietà organolettiche.

FACENDO UN CONFRONTO internazionale, in Francia, Gran Bretagna e Germania il 60-65% della popolazione si propone un cambio di rotta nella dieta alimentare, mentre in Italia la stessa percentuale è pari al 75%. Una ricerca dell’Università di Siena mostra come i giovani seguano questa stessa linea: 8 su 10 vorrebbero seguire un regime alimentare più sano, nonostante il 64% degli intervistati ritenga già di seguire una dieta salutare. Giovani, adulti, italiani e stranieri. Il comune denominatore è la ricerca di un grado ancora più elevato di salubrità nel proprio regime alimentare.

ANCHE NELLE INTENZIONI, gli italiani non si smentiscono: secondo una ricerca Nielsen, il 40% si propone di mangiare più frutta e verdura nei prossimi 12 mesi, mentre un italiano su tre ha in proposito di ridurre i consumi di dolciumi, alimenti zuccherati e cibi ricchi di grassi saturi. C’è poi chi punta anche alla quantità, impegnandosi a ridurre le porzioni consumate. Insomma la volontà di cambiare i propri stili alimentari è un vero “trending topic”.

SEMPRE PIÙ SALUTISTI e attenti al cibo che consumano, gli italiani hanno scoperto i cosiddetti “cibi terapeutici” che includono superfood, alimenti tipici della dieta sirt (ricca di sirtuine, regolatori metabolici che controllano la capacità di bruciare i grassi e restare in buona salute), ma anche prodotti della tradizione come yogurt greco, salmone, fagioli che attualmente valgono quasi 4,5 miliardi e crescono del 5% all’anno, il doppio del mercato.

CHE SI TRATTI di bacche, cereali, radici o alghe provenienti da diverse parti del mondo, i supercibi sono entrati stabilmente nella quotidianità. Ricchi di vitamine, minerali e antiossidanti, per la metà degli italiani i superfood hanno proprietà mediche o paramediche e sono utili per prevenire diverse malattie: per un intervistato su tre la loro assunzione è addirittura alternativa alla medicina tradizionale e questo ci colloca tra i primi in Europa, davanti a Germania e Regno Unito.

Quelli ritenuti più salutari e gustosi al palato sono la polvere di maca (il 100% ritiene che abbia proprietà salutistiche), i semi di chia (75%), le bacche di acai (69%) e di goji (68%). La loro crescente popolarità si desume anche dal numero di ricerche su Google, specchio dell’interesse degli italiani a ricercare proprietà, caratteristiche nutrizionali, ricette per un miglior consumo.

NON MENO IMPORTANTE è il giro d’affari veicolato da questi alimenti nell’ambito dei punti vendita della Grande Distribuzione: nel complesso si tratta di quasi 3 miliardi di euro, con un incremento negli ultimi dodici mesi pari al 6,7%. Tra questi avocado, zenzero e quinoa, i supercibi più tradizionali, hanno totalizzato rispettivamente 8,24 e 32 milioni di euro di vendite nell’ultimo anno. Inoltre, secondo una indagine Nielsen, l’Italia è il primo Paese in Europa per il consumo di bacche di goji (16% degli intervistati contro il 6% in Germania, Gran Bretagna e Spagna).
Più che il gusto, ad essere determinante è il contributo in termini di benessere: sette italiani su dieci (68%) sono convinti che questa bacca possa essere utilizzata a scopo curativo (multivitaminico naturale, sostegno al sistema immunitario, regolazione della glicemia). Medesimo discorso per la curcuma, spezia giudicata benefica dal 62% degli italiani, e per il mirtillo (27%). Per alcuni di questi prodotti sembra però iniziata la parabola discendente. Si sono infatti arrestate le vendite di aglio nero (-37%), kamut (-24%), soia (-3%) a riprova della progressiva fluidità delle scelte di consumo.

È ANCHE CRESCIUTA l’attenzione per le componenti nutrizionali ed alimentari dei prodotti acquistati. Nella percezione degli italiani, le fibre sono al primo posto fra le sostanze ritenute più sane, tanto che l’81% le colloca ai primi tre posti di questa speciale classifica. Seguono le proteine vegetali, considerate una valida e più salutare alternativa alle proteine animali, oltre che dispensatrici di un apporto nutrizionale imprescindibile nei regimi alimentari vegetariani e vegani.

Qualche info sull'autore
Michele Schiavina è nato a Bologna nel 1979. Padre di due bambini, fin da piccolo è un attento osservatore del mondo, dei suoi cambiamenti e delle sue trasformazioni. Dopo il diploma di maturità scientifica, studia economia e marketing all’Università di Bologna. Il lavoro gli permette di dare sostanza e impegno ad una semplice passione: il cibo inteso come alimento, nutrimento per il corpo e la mente. Si occupa da più di dieci anni del mondo alimentare nell’area del marketing, della vendita e della gestione di reti commerciali. Irrequieto sognatore, è alla continua ricerca del nuovo. Il raggiungimento dell’armonia con se stessi, con gli altri e con l’ambiente costituisce uno dei suoi obiettivi principali. Ispirare gli altri e divulgare messaggi è ciò che gli riesce meglio.
By | 2018-02-21T10:19:56+00:00 febbraio 9th, 2018|0 Comments