Semplicità: questa è stata la parola chiave. La sensazione è stata quella di poter stabilire un nuovo contatto col mio corpo, migliore e più duraturo.
ll mio rapporto col cibo, in passato, non è stato ben equilibrato.
Ho sempre pensato che il mio corpo fosse un tempio e che dovessi prendermene cura.
Tuttavia sbagliavo l’approccio essenziale: il corpo è strettamente collegato alla mente e forse, più che un tempio, è una meravigliosa macchina dagli ingranaggi perfetti.
Voler far funzionare tutto al meglio, significa nutrirlo adeguatamente e appagare la mente. Nell’arco di un percorso graduale, posso dire che ad un certo punto della mia vita ho sposato questa nuova concezione di me stessa, mi sono lasciata il dolore alle spalle ed ho deciso di guardare altrove. Oggi, molti miei conoscenti, definiscono ciò che mangio “alimenti della terra di mezzo”, e a me questo nomignolo fantasy non dispiace affatto!
Il mio è stato innanzitutto un percorso di conoscenza, cui ha fatto seguito l’iniziare ad ascoltarmi. Ho rallentato i tempi, ho capito che il primo passo doveva necessariamente essere dedicato a me stessa ed è nata una straordinaria collaborazione col cibo! Come un pittore coi suoi attrezzi, ho tinto le mie giornate di giallo curcuma, viola mirtillo, verde spirulina. Ho fatto spazio, nei miei piatti, a croccanti costellazioni di semi. Ho frullato, sperimentato e ho trovato la strada. Mi sono sentita gratificata da me stessa ed ho capito che col cibo si può fare molto, tranne rinunciarvi!
Come ogni cambiamento, anche il mio ha comportato una fase di transizione. Questa è stata per me rappresentata da una vera a propria ricerca interiore, per comprendere cosa cercavo dal nutrimento, ed esterna a me, dedicata al cibo. Ho capito di non voler rinunciare al gusto e di non volermi soltanto banalmente sfamare, bensì nutrire.
Nutrire il proprio organismo è assicurargli i macronutrienti essenziali; nutrire la propria mente significa non far mai mancare gusto, fantasia, colore e alternative. Ho così puntato su salute e varietà, cercando alimenti che fossero il più possibile naturali, meno processati e industrializzati. Semplicità: questa è stata la parola chiave. La sensazione è stata quella di poter stabilire un nuovo contatto col mio corpo, migliore e più duraturo.
Tra i passaggi chiave, c’è stato il guardare con diversa attenzione, a quei cibi che sarebbero diventati la mia quotidianità: frutti, verdure, spezie, cereali, legumi, frutta secca… alimenti che sono diventati ai miei occhi dei concentrati di energia e benessere. Ogni giorno è diventato scoperta, ogni nuova ricetta una soddisfazione, ogni pasto una gioia. Ho capito che il cibo può essere la miglior medicina per corpo e mente. Ho messo vicino e mai più disgiunto queste due parole, semplici e primordiali come il cibo che cercavo: buono e sano.
Il nutrirsi in maniera semplice e salutare è spesso associato ad una dieta, quindi a qualcosa di precario, ad un sacrificio momentaneo che è necessario fare in un determinato periodo della propria vita. Trovo che questo corrisponda al vero, solo nel caso in cui insorgano delle patologie da curare.
Non ho così puntato su una dieta, impostando invece il mio cambiamento su termini temporali molto più lunghi. Un progetto duraturo e sostenibile, che ho chiamato “che il cibo sia per te la cura”.
L’esito di questo percorso è stato stupefacente persino per me! Sono riuscita a rimpiazzare ciò che mi ha fatto soffrire. I miei disturbi alimentari, e ciò che avevano causato, si sono dissolti in una nube grigia, proprio mentre cercavo i colori di un nuovo arcobaleno nel cibo. Mangiando bene, la mia vita è migliorata su più fronti: a livello fisico, a livello di energie mentali.
È stato stupefacente aver voglia di svegliarsi solo per la colazione prelibata e per le bacche rosse che mi sorridevano al mattino. È stato fantastico scoprire di poter avere riserve energetiche per ogni attività giornaliera. È stato straordinario capire che conoscere le proprietà del cibo, può aiutarci a curare le piccole paturnie quotidiane, ad essere più felici per noi stessi e per chi ci sta intorno.
L’aspetto più gratificante è stato inoltre poter aiutare gli altri.
Altre persone che, come me, cercavano una strada diversa per la nutrizione.
La curiosità – a volte scetticismo – nei confronti di quello che mangio e di come lo cucino, non mi ha mai infastidito. Mi ha anzi permesso di raccontare e spiegare quali sono stati i passaggi che hanno dato vita al mio cambiamento.
SPEZZATINO DI TOFU
CON CROCCANTE ALLE BACCHE DI GOJI
Tempi di preparazione: 30’
Tempi di cottura: 25’
Difficoltà: MEDIA
NO UOVA | NO LATTICINI
Ingredienti per 4 persone:
300 g di tofu al naturale, 250 g di cimette di broccoletti verdi, 2-3 cespi di indivia belga, 4 carote piccole, 1 spicchio d’aglio, 3 cucchiai di pan grattato integrale, 2 cucchiai di semi di zucca, 1 cucchiaio di semi di girasole, 1 cucchiaio di semi di sesamo, 40 g di mandorle sgusciate, 2 cucchiai di bacche di goji, salsa di soia, curry, curcuma e paprika in polvere, olio extravergine d’oliva, sale.
Procedimento:
Lessare al dente i broccoletti e trasferirli in acqua fredda, pulire e tagliare carote e belga a striscioline, metterli in una padella e rosolarli a calore basso con poco olio e sale per 5-10 minuti. In un altra padella fare insaporire per alcuni minuti il tofu tagliato a striscioline con un pizzico delle spezie e poca salsa di soia, preparare il croccante mescolando insieme il pangrattato con tutti i semi e le mandorle tritate, tostarlo in forno caldo a 180 gradi per 5 minuti e solo in ultimo unire le bacche di goji. Affettare i broccoletti lessati e rosolarli in una padella con l’aglio tritato fine e poco olio, aggiungere carote e belga insieme al tofu, insaporire regolando di sale e servire nei piatti con sopra il croccante.