Mario Carini

Mario Carini

Mario Carini

Ogni cibo così preparato, condiviso e mangiato, diventa un’opera di arte e di preghiera, senza troppe pretese e con una generosissima ricompensa: l’indicazione chiara e netta del percorso più naturale per una vita pacifica.

Il mio modo di mangiare è cambiato quando ho sposato un nuovo stile di vita, trasferendomi in campagna.
Un cambiamento scoccato oltre 40 anni fa, sia per la nostalgia dei sapori di un’infanzia molto vicina al rurale, benché vivessi in città la maggior parte del tempo, sia per una scelta di vita con ritmi più vicini alla natura.
E il cibo autoprodotto è parte essenziale di tutto questo. Alimenti necessariamente sani, naturali e saporiti. Una vita dove la terra ti genera gratuitamente, anche se il tuo sudore la deve bagnare, i frutti che mangi, e dove gli animali li puoi allevare con scrupolo e correttezza. Un ritmo quotidiano fatto di tempi umani e che anche a tavola ti gratifica. Il buono, pulito e giusto lo si declina ogni giorno nei propri due ettari, e l’effetto finale insperato è quello di una vita più felice anche se più sobria.

Il momento del mangiare è parte fondamentale di tutto questo, e avviene integrando le scelte filosofiche, etiche e perfino di impegno civile, con una gradevolezza più naturale di ogni momento quotidiano e con una felicità sobria ma saporita.
Per provare tutto questo, basta il gusto di un rosso d’uovo prodotto dalla tua cara gallinella o la fragranza scrocchiante della tua insalata fresca. E dove non puoi fare da solo, ti fai aiutare da chi può farti arrivare in casa frutti e semi di terre lontane.
Come detto, dal punto di vista alimentare, il cambiamento ha preso forma con l’inizio di una nuova avventura di vita in campagna.

Tutto è cominciato con un avvio deprimente, dato dal duro confronto con le difficoltà delle tecniche agricole e dai tosti conti con la fatica. Tuttavia, ogni nuovo frutto dava una spinta di entusiasmo, e l’aiuto dei vicini contadini, che ci presero in simpatia e ci guidarono con calma e incoraggiamento, di stagione in stagione abbiamo capito meglio i ritmi della natura, imparando a conoscere i colori e i profumi che ti spiegano quando è il momento migliore per seminare, innaffiare, curare le piante, gli animali e poi raccogliere e gustare.

La sensazione di mangiare direttamente dalla pianta le ciliegie, di cogliere e subito sgranocchiare le fave, di ammassare e poi far uscire dal forno il miracoloso pane che poche ore prima era solo farina e acqua, sono regali che riempiono ogni tuo momento e permettono alle ore, necessariamente passate nella routine del lavoro e della fatica, di ripagarti e di giustificare ogni momento dedicato alla vita rurale. Ogni cibo così preparato, condiviso e mangiato, diventa un’opera di arte e di preghiera, senza troppe pretese e con una generosissima ricompensa: l’indicazione chiara e netta del percorso più naturale per una vita pacifica.

Delle tante emozioni che possono scaturire da questo approccio all’alimentazione, posso dire che l’esito di tutto questo si traduce nel tuo corpo che ti ringrazia, con la sensazione di essere un tutt’uno con i prodotti che mangi, sia quelli che ti produci da solo, sia quelli che scegli dal mercato. Decisioni ora più attente e in cui ogni giorno cresce sempre di più la competenza. Scelte spinte dalla voglia di stare bene ma anche, e in egual misura, di produrre in accordo con un’agricoltura ecologica, acquistando dove si può premiare un produttore o distributore virtuoso. Quasi tutto ciò che mangio viene direttamente da quello che produco con la mia famiglia e dagli amici che condividono con me questa vita, dove la selezione di ogni alimento è data dalla scelta sul come produrlo, raccoglierlo, immagazzinarlo, prepararlo e condividerlo.

Decidere cosa non coltivare o allevare, è un volere preciso: si fa una valutazione attenta ma serena, affidandosi ai propri gusti ma anche alla qualità delle offerte, alla fiducia di chi te le propone.
Come ogni acquisto lo si fa col criterio di trovare qualcosa di buono, anche in questo caso si procede nella stessa maniera, ma con l’attenzione specifica che sia anche un qualcosa di “pulito” e di “giusto”.

PANE INTEGRALE AI SEMI

CON LIEVITO MADRE


Tempi di preparazione: 30’ + la lievitazione

Tempi di cottura: 30-40’

Difficoltà: MEDIA-DIFFICILE

NO UOVA | NO LATTICINI

Ingredienti per 10 persone:

2 g di lievito di birra, 150 ml circa di acqua, 150 g di farina 0, 450 g di farina integrale, 3 cucchiai di semi di girasole, 3 cucchiai di semi di sesamo, 3 cucchiai di semi di lino macinati al momento dell’uso, 2 cucchiai di malto d’orzo, 2-3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 cucchiaino circa di sale.

Procedimento:

Mescolare il lievito nell’acqua tiepida fino a scioglierlo completamente, aggiungere la farina 0 e una volta formata una pastella coprirla e lasciarla riposare per 1-2 ore.
Impastarla con il resto degli ingredienti compensando con l’acqua sufficiente a ottenere un impasto uniforme, infarinarlo accuratamente, metterlo in un grande stampo da plumcake o due medi, coprirlo e lasciarlo lievitare per un tempo medio di 5-6 ore in base alla temperatura presente.
Inciderlo con dei tagli superficiali, metterlo nel forno già caldo a 210 gradi e cuocerlo per 30-40 minuti circa mettendo se possibile nel forno una ciotolina con acqua per mantenere il giusto grado di umidità.

IL CUOCO CONSIGLIA

Si tratta di una versione veloce di pane integrale, realizzato con lievito madre e impreziosito dai semi. L’alta percentuale di fibre porta notevoli contribuiti benefici per il corpo.

By | 2018-04-16T15:45:30+00:00 febbraio 2nd, 2018|Dieta|0 Comments