L’attenzione a ciò con cui vengono preparati i cibi mi ha inoltre portato a togliere il sale, perché quello nascosto è veramente subdolo, e l’esito del cambiamento è stato profondo e mi ha portato ad un grande benessere.
Ho sempre creduto che un benessere interiore fosse strategico per la mia vita, e l’attività fisica, l’alimentazione e la serenità mentale, mi forniscono, in questo senso, un grande equilibrio.
Leggendo, sperimentando sul mio fisico ed ascoltando esperienze trovate su Internet, ho fatto mia l’idea di come questa fosse la strada giusta per il mio equilibrio, di anima e corpo.
I messaggi che ho veicolato con molte persone in questi anni, con un po’ di pazienza lasciano il segno e sempre di più si interessano e approfondiscono con piacere il tema.
Patologie un tempo rare, colpiscono oggi in maniera diffusa, e questo ci tocca nel profondo della nostra psiche. Nel cambiare le nostre abitudini, la comunicazione gioca un ruolo centrale.
Non ho mai visto tante persone andare in palestra, fare jogging o correre, come in questi tempi. Predicando questo stile di vita, anni fa amici e parenti mi prendevano in giro, dandomi del pazzo, e invece oggi sono tantissimi a fare attività fisica, svolgendola soprattutto con piacere.
Ecco, l’informazione è strategica. La “Gazzetta dello Sport” ha iniziato a dedicare una parte del suo sito Internet all’alimentazione ed alla preparazione fisica e mentale. Una spazio ora relegato al fondo del giornale, ma che presto crescerà velocemente nelle gerarchie delle notizie. Anche su Youtube, dove possiamo trovare professionisti in grado di parlarci in modo semplice e approfondito, in base al livello di conoscenza che vogliamo raggiungere è possibile trovare numerosi spunti di informazione e consapevolezza.
Da ragazzino, oggi ho 59 anni, giocavo a tennis e l’alimentazione aveva un effetto fondamentale sulle prestazioni. Potevo gareggiare al mattino presto, nel primo pomeriggio o a sera, ed era perciò importante alimentarsi bene. Da questo punto di partenza, il mio cambiamento è stato morbido e ragionato.
Dal punto di vista della cultura alimentare, sono cresciuto in un periodo fortemente legato alla tradizione, dove la potenza di Internet non era ancora disponibile.
Tra un passa parola su esperienze altrui e qualche libro letto, ho sperimentato su di me tutto lo sperimentabile. All’epoca, la consapevolezza alimentare era figlia di come i genitori ti avevano allevato, del loro credo e di quello che avevano imparato dalle loro famiglie, molte delle quali cresciute con il condizionamento dalla guerra. Era difficilissimo negli anni ‘70 trovare interlocutori, e soprattutto conoscere persone che avessero fatto delle esperienze alimentari diverse e potessero condividerle con me. Pian piano mi sono fatto strada, la conoscenza è cresciuta e quando ho deciso di diventare vegetariano, lo scetticismo della mia famiglia e degli amici si è scatenato.
Tutti in fila a scoraggiarmi e a consigliarmi di fare le analisi del sangue periodicamente per tenermi sotto controllo.
Nessuno di loro le faceva, solo io con le mie scelte ero, ai loro occhi, a rischio. Si sentivano nel giusto in base ad un “Libro Bianco” scritto da chi, non si sa.
Un poco alla volta, 21 anni fa, sono così passato da un’era di sola carne, ad una nutrizione vegetariana. L’ho fatto per una verifica del mio corpo, volendo capire che effetto avrebbe fatto.
Il risultato è che sono sempre stato in linea con il mio peso forma, 75 chilogrammi per 180 centimetri di altezza e nell’ultimo anno, con un ulteriore cambio di alimentazione, ho sostituito la farina doppio zero con quella integrale.
Altro cambiamento dell’anno: l’utilizzo di un estrattore di frutta e verdura che mi ha rivoluzionato la vita.
L’attenzione a ciò con cui vengono preparati i cibi, mi ha inoltre portato a togliere il sale, perché quello nascosto è veramente subdolo, e l’esito del cambiamento è stato profondo e mi ha portato ad un grande benessere.
Certo, ci sono state anche delle difficoltà di adattamento, il passaggio all’integrale ha comportato fastidi di stomaco, gli estratti ad una riorganizzazione della spesa, dei fornitori e del modo in cui si organizza la cena. Le difficoltà, ci sono state soprattutto per quella santa si mia moglie.
In questo percorso, sono stato aiutato dalle mie origini piemontesi: castagne, noci, nocciole, ribes, more, lamponi, fragoline, ciliege, sono di casa sempre da me. Da bambini li raccoglievamo in montagna, ne facevamo scorpacciate tornando a casa sporchi e felici. La golosità per la frutta secca è una passione che ho sin da bambino e che in questo senso mi ha aiutato.
CROSTATA DI FRUTTA SECCA
AL MIELE
Tempi di preparazione: 40’
Tempi di cottura: 20’
Difficoltà: MEDIA
Ingredienti per 8 persone:
100 g di farina integrale, 100 g di farina 0, 50 g di miele d’arancio, 75 g di burro, 1 uovo, 1 cucchiaio di buccia di limone grattugiata, 80 g circa di crema di nocciole al miele, 100 g circa di miele d’acacia, 80 g di noci sgusciate, 50 g di nocciole sgusciate, 50 g di noci del brasile sgusciate, 40 g di mandorle sgusciate, 30 g di pistacchi sgusciati, 30 g di bacche di goji, di sale.
Procedimento:
Mescolare la farina integrale con la 0, la buccia di limone e un pizzico di sale, mettere a fontana e impastare velocemente con il burro a pezzi, il miele d’arancio e l’uovo. Formare un impasto omogeneo, coprirlo e lasciarlo riposare 1 ora in frigorifero.
Stendere il tutto e rivestire una tortiera quadrata da 22×22 cm leggermente imburrata e infarinata lasciando un bordo alto almeno 1 cm. Bucarla e cuocerla da sola nel forno caldo a 190 gradi per 10-15 minuti, nel frattempo scaldare leggermente e diluire il miele di acacia con poca acqua.
Spalmare la crema di nocciole sul fondo della crostata e distribuire la frutta secca mista in fila a propria fantasia, quindi spennellarla con cura con il miele allungato usando un pennello da pasticceria, rimetterla in forno per 2-3 minuti e lasciarla completamente raffreddare.