Valentina Casale

Valentina Casale

Valentina Casale

“Siamo quello che mangiamo”, una frase che racchiude in tre parole il mio pensiero di donna, mamma e nutrizionista: mettiamo in tavola un po’ di scienza, coscienza e conoscenza.

Il cibo l’ho sempre ritenuto il fulcro della vita, al punto che dopo anni di studi di genetica e del corpo umano, ho deciso di legare passione e conoscenza, diventando nutrizionista.
Il mondo della ricerca è sempre stato il mio angolo di pace e da buona biologa, non guardo solo l’aspetto clinico finale, ma il mio scopo è partire dalla conoscenza della cellula.
Noi appariamo in un modo, ma siamo il risultato di quello che mangiamo e di come questo interagisce con le più piccole parti di noi: le cellule. Imparare ad ascoltarsi è perciò fondamentale.
Quando ero piccola, odiavo tutto ciò che appartenesse alla sfera di latte e formaggi. Costretta a mangiarli, ho scoperto in età adulta di essere intollerante al lattosio. Una volta esclusi questi prodotti, molti piccoli disturbi, come la pancia gonfia, sono spariti.

Questa mia personale esperienza, l’ho applicata nella vita famigliare di tutti i giorni e con i miei pazienti. È importare cercare di seguire le inclinazioni dei bambini e, senza viziarli, indagare i perché dei loro “non lo voglio”.

Similmente coi pazienti, in fase di anamnesi chiedo sempre a cosa non riuscirebbero a rinunciare, e cosa non accetterebbero di mangiare.
Il nostro organismo ci manda dei segnali che vanno ascoltati, perché certe avversioni non sono solamente questione di gusto.
Amiamoci e dedichiamoci a noi. Chi si nutre bene capisce cosa intendo, il cibo non è una medicina ma può essere un elisir per non ricercare cure a mali che spesso sono provocati da cattive scelte alimentari.
Come capirlo? Lasciando entrare in noi la voglia di cambiare in modo naturale. Facciamo nostro il detto “Siamo quello che mangiamo”, una frase che racchiude in tre parole il mio pensiero di donna, mamma e nutrizionista: mettiamo in tavola un po’ di scienza, coscienza e conoscenza.
Questa mia via di approccio al cibo, l’ho intrapresa quando di stili alimentari ancora non si parlava. Io sperimentavo in silenzio, sempre cercando di “lanciare pillole di saggezza” intorno a me. Le sensazioni che provavo erano serene, vedevo la curiosità intorno a me e questo mi faceva piacere perché pensavo che allora il mondo non era distratto!
Non ho mai amato gli eccessi, quindi non mi sono mai schierata da nessuna parte, ma ho sempre continuato a studiare anche le alimentazioni estreme, per poi trovare un equilibrio e volerlo trasmettere.

Io penso che i cambiamenti debbano arrivare nel tempo, con scelte fatte poco alla volta, con la consapevolezza di quello che si fa. Solo così potranno essere scelte durature e convinte. Mai seguire le mode, ma sempre ascoltarsi. Se impariamo questa cosa, abbiamo trovato la chiave della serenità e della salute.
All’atto pratico, si tratta di intervenire su attività semplici, come l’uso di sale e zucchero.
Cose che dette così fanno spavento, ma basta calare un poco alla volta le quantità che ne impieghiamo, che quando si ritorna al vecchio standard, scopriamo che non lo gradiamo più come prima.
Durante il mio cammino di ricerca, la sensazione principale era di pace.
A quella volevo arrivare, senza fretta, senza condizionamenti e solo con dimostrazioni evidenti di impegno.
Tale convinzione si forma con studio e pratica, e non ha bisogno di slogan pubblicitari e schiamazzi. Si verrà capiti senza imporsi.

Ora mi sento in armonia con me stessa e con il mondo che mi circonda, soddisfatta dell’essere riuscita ad organizzarmi con il lavoro, sempre impegnativo, per non rinunciare ad un certo tipo di cucina, salutare per me e per la mia famiglia.

Stimolata da questo, sono curiosa di scoprire cose sempre nuove e qualità degli alimenti. Svegliarmi al mattino, con la curiosità e la fantasia di poter abbinare alimenti con funzioni nutraceutiche, mi dà l’energia e la gioia di affrontare la giornata. E come dico alle mie pazienti, è importante guardare il cibo non come un nemico o un amico con cui sfogarsi, ma con amore, perché nutrirsi è un atto di amore verso noi stessi, e chi ci circonda.

COOKIES INTEGRALI

CON SEMI DI CANAPA, AVENA, MANDORLE E CIOCCOLATO


Tempi di preparazione: 35’

Tempi di cottura: 10’

Difficoltà: FACILE

NO UOVA | NO LATTICINI

Ingredienti per 4 persone:

40 g di cioccolato fondente, 80 g di farina di riso integrale, 50 g di farina integrale, 40 g di fiocchi di avena morbidi, 40 g di mandorle sgusciate e pelate, 5 g di lievito per dolci, 2 cucchiai di semi di canapa, 4 cucchiai di sciroppo d’acero, 40 ml di latte di avena, 2 cucchiai di olio di riso o girasole, vaniglia nera in polvere, cannella in polvere, sale.

Procedimento:

Ridurre in sottili scagliette sia il cioccolato fondente che le mandorle e mescolare insieme con le due farine, i fiocchi di avena, il lievito setacciato, i semi di canapa, un pizzico di sale, vaniglia e cannella in polvere a propria discrezione.
Mettere a fontana e nel mezzo aggiungere il latte di avena, lo sciroppo d’acero e l’olio, impastare fino a ottenere una massa morbida, se serve unire un altro poco di latte di avena.
Formare subito delle palline grandi come grosse noci e schiacciarle adagiandole in una teglia rivestita con carta da forno, cuocere a 160 gradi per 10 minuti circa, raffreddare e conservare in una scatola di latta.

IL CUOCO CONSIGLIA

Rispetto alle classiche versioni di cookies, l’importante presenza di fibre rende la ricetta adatta anche a chi non consuma alimenti di origine animale.

By | 2018-03-05T16:46:54+00:00 febbraio 2nd, 2018|Abitudini Alimentari, Nutrizione|0 Comments